Spazio autori è una rubrica inventata da me, pubblicata a cadenza casuale e aperta a tutti gli autori del genere M/M che vogliono farsi conoscere meglio dai lettori.
Possiamo far lavorare la fantasia e crearla insieme a nostro piacimento!
Oggi ho il piacere di ospitare Cristiano Pedrini! Pronti per tuffarvi nel suo mondo? Vi aspettano tante curiosità, estratti e novità ;)
Conosciamo l'autore...
- Cristiano Pedrini -
Per i temerari che voglio conoscermi eccomi qui, mi chiamo Cristiano, 44 anni e lavoro da vent’anni in una biblioteca della provincia di Bergamo. La passione per la scrittura è qualcosa che mi segue fin dalle “vecchie” scuole elementari poi dopo un “blocco” di oltre vent’anni, nell’estate del 2014 ho ripreso questa esperienza. I miei romanzi trattano come colonna portante il rapporto affettivo tra persone dello stesso sesso ma contrariamente a molte altre opere io non tratto questi sentimenti come “il problema” a cui unire intolleranza e ipocrisia per sviluppare la storia. Per la mia visione l’amore e l’affetto che lega due ragazzi non è il solo nocciolo della storia. Ad esso si intrecciano alcuni filoni: lo storico, con “Madras”, il drammatico con il prossimo “Sulle rive dei nostri pensieri”, il giallo con la trilogia “Opportunity-Rhapsody- Infinity”… Quindi se un lettore vuole andare oltre e semplicemente leggere una storia libera da pregiudizi basati sull’orientamento sessuale sarà il benvenuto. Infine… riassumendomi, potrei usare questi tre aggettivi: protettivo, romantico e naturalmente… imperfetto.
Le opere...
Opportunity
Un ragazzino viziato, un uomo squattrinato, un pericolo
che cammina insieme a loro e un’opportunità; perché
la vita è scoprire continuamente che non ci sono limiti
per chi sa cogliere ogni sua sfumatura.
Un romanzo toccante, avventuroso e brillante sulle opportunità che la vita ci mostra e ci dona se sappiamo cogliere.
Un romanzo toccante, avventuroso e brillante sulle opportunità che la vita ci mostra e ci dona se sappiamo cogliere.
Data Pubblicazione: 18 Maggio 2016
Serie: Opportunity (#1)
Serie: Opportunity (#1)
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa
Prezzo: €2.99 (ebook) - €14.45 (cartaceo)
Rey e Julian appartengono a due mondi diversi: il primo è un venticinquenne squattrinato e il
secondo un Conte, un capriccioso e ricchissimo diciassettenne che ancora non conosce la vita
e l’amore. I due ragazzi non potrebbero essere più diversi eppure, quando s’incontrano, Rey
insegna qualcosa a Julian, qualcosa che poi si cementa e diventa profondo.
In una lotta contro forze esterne e interne, i due ragazzi impareranno ad accettare quello che
sono e provano, resistendo alle minacce di un mondo crudele che sfrutta le debolezze per
colpire e che desidera tutte le ricchezze altrui per andare avanti. In un susseguirsi di scene
romantiche, intense e avventurose.
Perché c’è sempre un’opportunità per tutti, nella vita, anche per l’amore, anche per la
diversità e persino per capire e accettare chi siamo, condividendo esperienze e cuore.
Estratto
Ad un tratto, oltrepassando una fila di bidoni dell’immondizia che emanavano un cattivo odore, senti
un leggero gemito.
Pensò immediatamente ad un piccolo gattino indifeso.
Si avvicinò a quel luogo maleodorante e sollevandosi sulla punta dei piedi, cercò di guardare oltre.
C’era qualcosa, una sagoma; ma non era certo quella di un gatto!
Era rannicchiata, contro la parete di mattoni, e nascosta solo in parte dai bidoni.
Si approssimò di più, girando attorno ad essi.
Finalmente ora poteva vedere bene.
Davanti ai suoi occhi c’era un ragazzino.
Superati i primi attimi di esitazione, si chinò su di lui per osservarlo meglio.
Poteva avere al massimo quindici, sedici anni.
“Ehi… Ti senti bene?” - domandò Rey.
Lui finalmente aprì gli occhi, lentamente, guardandolo.
L’uomo non aveva mai visto degli occhi così incredibilmente freddi. La loro tonalità blu, limpida come
quella degli zaffiri, contribuiva a renderli tali. Per molti questo colore era considerato il simbolo della
calma, della tranquillità e dell’equilibrio, ma per lui era solo un qualcosa da ammirare all’infinito.
Il ragazzino richiuse presto gli occhi, tossendo ripetutamente.
Non era certo in buone condizioni, pensò Rey.
Sembrava aver avuto una giornata peggiore della sua; lo si capiva dai vestiti logori e sporchi, anche se
sembravano di buon taglio. Sulla sua fronte scendevano disordinatamente dei capelli neri ma con dei
riflessi che non riusciva bene a identificare, forse per via della poca luce che c’era nel vicolo, oppure
perché erano semplicemente sporchi.
Anche il suo viso, scarno ed affilato, era provato, ma la sua carnagione candida non era in alcun modo
profanata dai piccoli lividi che si vedevano. Credeva di trovarsi davanti ad una maschera di porcellana,
più che al viso di una persona in carne ed ossa.
Rey lo scosse leggermente.
Il ragazzo cercò di scostarsi mormorando qualcosa di incomprensibile.
Scivolò finendo tra le braccia di Rey.
“Sei un tipetto testardo” - osservò.
“Lasciami! Non devi toccarmi!” - esclamò il giovane cercando di rimettersi in piedi.
“Ma dove vorresti andare in questo stato?”
“Io… io voglio tornare a casa…” - sussurrò prima di perdere definitivamente conoscenza.
Rey si ritrovò il peso morto del ragazzino tra le braccia.
Rhapsody
Rhapsody, la nuova avventura del giovane Conte Julian e
del suo amore Rey, che si dispiega tra pericolo, passione,
romanticismo e paura.
Questa volta però nulla sarà come sembra e tutto sarà
messo in discussione…
Siete pronti per entrare nella tana dei serpenti?
E se mettersi in gioco e osare fosse l’unica cosa da fare
per capire, voi cosa fareste?
E se tutto questo mettesse in pericolo il vostro amore,
lottereste fino alla fine?
Data Pubblicazione: 22 Agosto 2016
Serie: Opportunity (#2)
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa
Prezzo: €2.99 (ebook) - €16 (cartaceo)
Pagine: 227
Dove comprarlo: Amazon
Rey e Julian, dopo le rocambolesche avventure del loro primo capitolo che li ha portati a
conoscere l’amore e se stessi, tornano a parlarci di loro e della loro storia tormentata. Un ricco
Conte diciassettenne e il venticinquenne che l’ha salvato più volte per amore – e che ora è il
suo segretario – sono di nuovo incastrati nella tela del ragno e per capire molte cose devono
agire e lasciarsi carpire da questo.
Così tra colpi di scena, colpi di potere, avventure incredibili e amori bollenti e intramontabili,
le vicende dei due si dipanano lungo un sentiero che pare quasi musica: un’unica melodia che
tiene le corde del lettore e le conduce lungo un sentiero di crescita e responsabilizzazione che
cattura totalmente l’attenzione.
Quanto si è disposti a rischiare per la conoscenza e la salvezza?
Quanto e cosa si può perdonare per amore?
In questo nuovo capitolo della serie di Opportunity c’è molto di più di una storia d’amore; c’è
anche una storia che chiede il perdono, che riapre i giochi, che mette in gioco nuove
opportunità e antiche consapevolezze, ma che sempre fa perno sugli umani sentimenti che
restano struttura portante di tutto questo lungo e armonioso, quanto difficile, cammino.
Estratto
Gli occhi di Julian si posarono per pochi istanti sulla figlia dei conti Bradford, letteralmente
scortata da un capannello di dame, gli si stava avvicinando tradendo, nel suo passo rapido una
certa rabbia mista ad apprensione.
“Lord Edrington. Che piacere averla di nuovo mio ospite” - esordì con voce flebile ma
autoritaria allo stesso tempo.
“Grazie Helena” - rispose il ragazzo chinando il capo in modo galante.
Lo sguardo della ragazza, della stessa età di Julian, rimase fisso su di lui, senza degnare di
alcuna attenzione Rey che pure gli stava accanto.
“Ci stavamo domandando se il misterioso giovane conte si sarebbe presentato!” - asserì la
ragazza dai capelli castani raccolti in due elaborate trecce e sormontati da un prezioso
diadema con vistose pietre preziose.
“Credevamo che non avrebbe presenziato, dopo i recenti fatti che l’hanno vista suo malgrado
protagonista” - proseguì una delle ragazze che la accompagnavano.
“Fortunatamente la mia è stata una esperienza che posso considerare conclusa.”
“Si mormora che lei abbia subito… delle attenzioni particolari” - replicò una delle dame che
non aveva avuto neppure la creanza di presentarsi.
Un sorriso di circostanza si dipinse sul volto di Julian.
“Oscar Wilde soleva dire che la differenza tra uno scandalo e un pettegolezzo è molto semplice
- le rispose - il pettegolezzo è gradevole. Ma lo scandalo è un pettegolezzo reso noioso dalla
moralità. Un uomo che moralizza è di solito un ipocrita e una donna che moralizza è
invariabilmente scialba!”
“Conte Edrington!” - rimarcò la ragazza arrossendo - lei ci sta offendendo!”
“Non posso farci nulla. Comunque Milady, credo che anche voi come il mio rapitore mi
riteniate molto attraente, visto che continuate a girarmi attorno - osservò il ragazzo - e non è
colpa mia se in molte persone suscito fantasie alquanto sconvenienti - concluse incrociando le
mani dietro la schiena - ora se mi permettete vorrei presentarvi Rey Foster.”
L’uomo sfoggiò un inchino perfetto a tutte le astanti.
“Lei è un nuovo amico del conte?” - chiese Helena.
“Mi definirei così o anche con un altro termine… - sorrise baciandole la mano – sono il suo
compagno e ci frequentiamo” - precisò.
Quella frase parve avere un significato oscuro alla nobildonna che li fissò con curiosità
crescente.
“Capisco…. Lord Edrington è un noto estimatore della caccia alla volpe; immagino che
partecipiate a molte battute con lui, facendogli compagnia.”
“Odio la caccia” - replicò stizzito Rey.
“Suvvia, signor Foster, lei ci delude! La caccia alla volpe è una delle attività sportive più
blasonate e ricercate del nostro Paese” - commentò la ragazza accompagnando
quell’affermazione con una risatina indisponente.
“Mi permetta di raccontarle una breve favola - disse l’uomo - un giorno, una volpe inseguita da
venti cacciatori a cavallo con una muta di venti cani pensò: ovvio, mi uccideranno! Ma che
poveri stupidi devono essere! Di sicuro non varrebbe la pena che venti volpi, a cavallo di venti
asini, accompagnate da venti lupi, si mettessero a dar la caccia ad un solo uomo per ucciderlo!
Le ho voluto raccontare questa storia di Gibran perché credo sia sufficiente a farvi
comprendere il mio disprezzo per quello che voi definite uno sport!” - concluse lui fissando
gelidamente il suo interlocutore.
Julian non riuscì a trattenere un’espressione divertita per la lezione che quella ragazza aveva
appena ricevuto.
«Sei un grande Rey…» Pensò dentro di sé prima di fissarlo soddisfatto.
“Hai ragione… Credo proprio che non prenderò mai in mano un fucile e mi dedicherò a
passatempi più intelligenti” - aggiunse il conte accompagnandolo lontano dal gruppo delle
donne sconcertate da quelle affermazioni, a loro dire, così poco rispettose.
“Credi che sia stato troppo duro? Troppo saccente?”
“No, affatto… Penso solamente che molte di loro si staranno interrogando su chi sia quel
Gibran che ti hanno sentito pronunciare. Immagino che nessuno di loro lo sappia.”
Infinity
Le favole sono sempre più vicine
di quel che pensiamo
Data Pubblicazione: 10 Febbraio 2017
Serie: Opportunity (#3)
Serie: Opportunity (#3)
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa
Prezzo: €2.99 (ebook) - €17.10 (cartaceo)
Infinity è il romanzo finale della saga dedicata a Julian Noah Edrington, diciassettenne conte
londinese e ultimo discendente della sua nobile casata, con un difficile passato di lutto e
atrocità alle spalle, che dopo tanto dolore ha infine trovato la forza grazie al suo compagno
Rey e alla loro incredibile storia d’amore.
Tuttavia stavolta è proprio la vita a mettere il giovane nobile a dura prova, perché adagiato in
una pace apparente, insieme alle persone che ama, sarà improvvisamente disturbato dai suoi
demoni del passato e comincerà a nutrire l’ultima esigenza che lo separa dalla felicità e la pace
finale: quella di vendicare i suoi genitori, assassinati brutalmente sette anni prima, quando lui
era solo un bambino.
Julian e Rey in quest’incredibile storia si troveranno a rischiare tutto, ancorati alla sola
consapevolezza del loro vero amore.
Estratto
“Hai visto qualcosa d’interessante?” domandò Abbigail avvicinandosi al bancone dell’elegante
negozio, l’ennesimo in cui avevano messo piede in quel caldo pomeriggio londinese. Ormai erano
ore che la donna stava accompagnando Julian lungo le vie dello shopping, alla ricerca di qualcosa
che riscuotesse i favori di quel suo nipotino perfezionista.
Da quando aveva scoperto che il compleanno di Rey era imminente e commesso il tragico errore
di comunicarlo al giovane conte, per lei e per tutti coloro che erano alla magione, era iniziata
un’autentica tortura.
“Cosa posso regalargli?”
Questa frase era divenuta un ritornello insopportabile che usciva dalla bocca del ragazzo ogni
volta si trovasse in compagnia di chiunque, del giovane compagno, scatenando il più delle volte un
fuggi fuggi generale, ovvero l’unica via di salvezza per evitare di essere investiti dai suoi commenti
mordaci a ogni suggerimento che si aveva l’ardire di proporre.
Finalmente, vinta più dalla disperazione, la donna aveva acconsentito ad accompagnarlo alla
ricerca di un dono. Tutto affinché quel tormento potesse terminare!
Per la prima volta pensò seriamente di rinchiudere il suo adorato Julian in una delle segrete della
villa e lasciarlo lì fino a quando il giorno del compleanno fosse passato.
Ma vederlo mentre si affannava a cercare qualcosa di speciale per il suo adorato partner dai lungi
capelli corvini, proprio lui che non si era mai preoccupato di darsi simili pensieri, la rendeva
immensamente felice.
Il giovane lord si allontanò dalla donna che rimase invece davanti a una vetrina dove facevano
bella mostra di sé diverse spille, tutte in oro bianco e arricchite da pietre preziose di ogni genere.
Erano entrati in quell’importante oreficeria da diverso tempo e, anche in quel posto, Julian non era
riuscito a trovare nulla che lo avesse colpito.
La informò che avrebbe visitato ancora qualche altro negozio prima di ritornare a casa e lei gli
ricordò di non fare tardi.
Aveva cercato per ore il regalo perfetto per Rey, trovando molti oggetti che a lui non sarebbero di
certo dispiaciuti, ma che non riteneva all’altezza per quell’importante occasione. Anche se si
volevano bene, doveva ammettere che erano molto diversi, figli di esperienze di vita così lontane
tra loro da renderli dissimili ma mai davvero distanti e, con il trascorrere del tempo girovagando
per i negozi del centro, iniziava a dubitare di essere in grado di trovare qualcosa di davvero
speciale per il suo compagno. Senza contare che era da molto che non sceglieva un dono per una
persona importante. Anche quando si trattava del compleanno di sua zia, si limitava a incaricare
Giles per risolvere l’incombenza.
Invece stavolta si era intestardito a volerci pensare personalmente, purtroppo con un esito a dir
poco disastroso!
«Riceverà già molti regali, forse non si accorgerà neppure se non ci sarà il mio…» Pensò Julian,
uscendo dall’ennesimo esercizio a mani vuote.
“Ma che sto dicendo?” disse a voce alta. “Rimarrebbe deluso se mi presentassi senza neppure un
piccolo dono” aggiunse, incamminandosi verso la strada affollata. “No, mi correggo, non
rimarrebbe deluso. Sono io che lo sarei davvero, perché non sarei stato capace di salvare neppure
le apparenze” ammise, continuando a guardare le vetrine che si aprivano davanti ai suoi occhi una
dietro l’altra.
Prese dalla tasca il cellulare per controllare che ora si fosse fatta e sbiancò quando si accorse che
mancava solo poco più di un’ora all’inizio della festa a sorpresa. In quel momento, come se la sua
mente volesse di nuovo distrarsi dall’affannosa ricerca, gli balenò in testa un nuovo pensiero.
Proprio quello legato al suo smartphone che era un regalo del compagno, ricevuto soli pochi
giorni prima.
La sua mente lo riportò a quella mattina, quando si svegliò e si accorse che era solo. Il lato sinistro
del letto era vuoto e le lenzuola spostate di lato…
Sbadigliò e si stirò, strizzando gli occhi contro la luce del sole. Girò le gambe oltre il bordo del letto
quando si accorse che qualcuno aveva legato alla sua caviglia destra un piccolo fiocco dorato, dal
quale si svolgeva un nastro di stoffa dello stesso colore che correva lungo il pavimento, in
direzione del salottino davanti al caminetto.
Chiamò Rey ma non ottenne risposta.
Si alzò e segui quella fascia fino a giungere al tavolino davanti al divano, dove trovò un pacchetto
avvolto con lo stesso nastro che l’aveva lì condotto.
Lo prese tra le mani e lo scartò.
Avvolto in un drappo azzurro c’era uno telefonino, un modello di ultima generazione.
D’improvviso qualcuno gli coprì gli occhi.
“Sorpresa!” sussurrò il giovane segretario appoggiandosi alle sue spalle.
“Ma cosa significa?”
L’uomo lo baciò sulla fronte sorridendogli.
“É un piccolo regalo per te.”
“Non era necessario, credimi.”
“Accendilo…” lo invitò.
“Perché?”
“Accontentami, dài!”
Julian attivò il cellulare e a un tratto il suo viso cambiò colore, diventando rosso come quello di un
gambero.
Con gli occhi increduli si voltò verso di lui.
“Bastardo! Credevo che l’avessi fatta sparire!” esclamò mostrando l’immagine che era comparsa
sul grande schermo a colori.
“Perché relegare nell’oblio un’immagine così tenera?”
Il ragazzo tornò con lo sguardo su quella fotografia. Rey l’aveva scattata, con il suo cellulare alcuni
giorni prima. Julian stava ancora dormendo e lui ne aveva approfittato per avvicinarsi e dopo aver
appoggiato il capo sul cuscino accanto al ragazzo, aveva scattato una foto dall’alto di loro due
insieme.
Ed eccoli lì, uno vicino all’altro, mezzi nudi sul letto. Il più grande con la sua solita espressione
sorniona e il minore con il viso immerso nella quiete del sonno: una quiete che sembrava
impossibile da scalfire.
“Sei così sereno in questa foto. Non potevo cancellarla.”
“Tanto lo sapevo che avresti fatto di testa tua. Comunque grazie per il regalo. Spero che tu non
abbia speso troppo!” gli sorrise, abbracciandolo timidamente.
Le Regole di Hibiki
“Toccami, fai quello che vuoi…” mi disse al nostro
primo incontro, “ma non credere di poterti innamorare
di me… ed evita di perdere tempo a farmi stupidi
regalini; io non sono un animaletto da compagnia”.
Data Pubblicazione: 10 Agosto 2016
Serie: Hibiki (#1)
Serie: Hibiki (#1)
Casa Editrice: FDbook collana "Auto da fe"
Genere: Narrativa
Prezzo: €2.99 (ebook) - €12.90 (cartaceo)
Hibiki vive a Londra, ha diciotto anni, una vita difficile alle spalle e Owen, il suo
fratellino dodicenne e malato di cui prendersi cura.
Da quando è morta la loro madre e sono rimasti soli il compito del fratello maggiore è
di occuparsi della casa e delle loro vite e per questo si prostituisce, almeno fino a
quando Owen non lo prega di smettere. È così che troverà lavoro come fattorino per un
grande studio dove conoscerà Chris, uno dei più grandi avvocati di Londra, ricco e
importante uomo d’affari che sembra irraggiungibile, ma che al tempo stesso pare
subito interessato a quello sfacciato, ragazzino che tiene sempre la testa alta e non si fa
mettere i piedi in testa da nessuno.
Estratto
Il giovane si appoggiò al bancone della reception porgendo un timido saluto che
l’addetto, nella sua elegante divisa color porpora, contraccambiò sorridendogli.
Ormai quest’ultimo conosceva bene quel ragazzo dall’aspetto sciatto che,
periodicamente, entrava nella hall dell’elegante albergo, per raggiungere la suite
presidenziale.
«È già arrivato… mi ha pregato di dirti di salire subito» gli disse indicando gli
ascensori.
Il ragazzo annuì. Infilò le mani nelle tasche dei jeans e raggiunse l’ascensore
attraversando l’immenso atrio, a quell’ora praticamente deserto. Difficilmente in altri
orari sarebbe potuto passare inosservato dinnanzi al via vai di clienti facoltosi:
l’avrebbero sicuramente squadrato dall’alto in basso.
Ora invece sapeva che non avrebbe incontrato nessuno e, quando le porte della cabina
si aprirono davanti ai suoi occhi, si vide riflesso nello specchio che ricopriva la parete
interna dell’ascensore.
Varcò la soglia pigiando distrattamente il pulsante dell’ultimo piano.
Mentre sentiva la cabina salire speditamente, rimase con lo sguardo fisso sulla sua
immagine. Si passò le mani tra i capelli corvini che gli coprivano parte della fronte,
evidenziando i suoi occhi verdi. Quella tonalità così insolita, simile al colore degli
smeraldi più puri. La gemma amata fin dai tempi di Cleopatra e che l’antica sovrana
d’Egitto adorava. Una storia che sua madre, da sempre
appassionata di quel periodo storico, gli aveva raccontato più volte. Non gli bastava
averlo chiamato con quel nome assurdo, pensò il ragazzo sorridendo al ricordo, aveva
rincarato la dose con quel nomignolo… Hibi Green… che ripeteva in continuazione,
davanti a parenti o a perfetti sconosciuti. Forse molti dei suoi complessi infantili
derivavano proprio da quel tipo di atteggiamenti, che in
qualche modo aveva involontariamente subito.
Si massaggiò il viso, toccandosi gli sparuti peli della barba… non se la faceva da quasi
due settimane anche se, dopotutto, non aveva notato poi molta differenza rispetto a
quando si radeva quotidianamente.
Quando le porte si riaprirono si voltò velocemente, avviandosi attraverso il lungo
corridoio che portava alla suite. Lo percorse meccanicamente: era un tragitto che
aveva imparato a memoria, immerso nella quiete della sera. Ormai conosceva ogni
particolare del disegno che ornava la lunga passatoia di color avorio che lo stava
accompagnando a destinazione.
Si arrestò davanti alla doppia porta, racchiusa in un pesante ed elaborato stipite di
gesso bianco. Bussò tre volte ed entrò senza attendere alcuna risposta, come era
abituato a fare.
La suite era deserta, illuminata soffusamente dalle lampade poste su alcuni tavolinetti
di radica, che infondevano un senso di discrezione e al tempo stesso di opacità e di
immaterialità a quell’ambiente sfarzoso. Un appartamento da quattrocento sterline a
notte. Il suo amico si era trattato sempre bene e non aveva mai voluto cambiare il
luogo dell’appuntamento.
Oltrepassò il largo tappeto persiano che ricopriva gran parte del pavimento di marmo,
fino a raggiungere il letto a baldacchino. Si sedette sul fondo in attesa, incrociando le
braccia.
Non era certo la prima volta che si trovava in quel luogo, tuttavia il suo disagio era
sempre lo stesso che aveva avvertito fin dall’inizio. Sentiva il suo cuore battere sempre
più velocemente sapendo che, in fondo, essere in quella stanza lo faceva sentire sporco.
Sporco non tanto verso se stesso quanto verso colui che, per l’ennesima volta, aveva
ingannato per ritrovarsi lì.
All’improvviso qualcosa gli chiuse gli occhi, gettandolo nell’oscurità.
«Bentornato piccolo Hibiki» sussurrò una voce che conosceva bene, così come il
profumo amaro emanato da quelle mani, che non ebbe esitazioni a riconoscere.
Il ragazzo prese i palmi dell’individuo dal suo viso, e li abbassò. Si voltò lentamente
replicando: «Ti piacciono sempre le entrate a effetto…» osservò sollevando il
sopracciglio, iniziando a sfilarsi la giacca di panno.
«Oggi sei più imbronciato del solito, tesoro… dai, mostrami il tuo bel sorriso» lo pregò
l’uomo, mettendosi di fronte a lui.
Hibiki sollevò lo sguardo guardandolo divertito.
Conosceva Gregory Hewitt da tre mesi e per tutto questo tempo, nonostante i loro
incontri, non aveva ancora imparato ad accettare il semplice fatto che a lui, di sorridere
o di mostrarsi accondiscendente, non gliene importava nulla.
A quell’uomo interessava qualcuno da accarezzare, da stringere a sé e da possedere
per riempire qualche ora delle sue notti solitarie. In cambio otteneva quello che gli era
necessario per andare avanti, nient’altro.
«Toccami, fai quello che vuoi… – gli aveva detto Hibiki al loro primo incontro – ma non
credere di
poterti innamorare di me… ed evita di perdere tempo a farmi stupidi regalini; io non
sono un animaletto da compagnia» aveva replicato con quel tono sprezzante che aveva
sbalordito Gregory, facendogli provare da subito un’incredibile attrazione per quel
ragazzino che poteva permettersi di sbattergli in faccia le sue condizioni.
E da subito lo volle accontentare.
Si sedette sulla poltrona del salotto antistante il letto.
Si sciolse il nodo della cravatta e dopo essersi versato uno sherry, con dell’abbondante
ghiaccio, si rivolse al suo ospite: «Bene, come desideri, allora spogliati…»
Hibiki non replicò. Si avvicinò, restando dinnanzi a lui, su quell’immenso tappeto dai
toni scarlatti. Fece scorrere le sue mani lungo la maglietta tarlata sul bordo inferiore,
sollevandola fino a levarsela.
La lasciò cadere ai suoi piedi prima di togliersi le scarpe Converse, un tempo di colore
bianco, facendo pressione sui talloni. Anch’esse finirono a poca distanza dalla t-shirt.
Gregory, sorseggiando dal bicchiere, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel
corpo ancora acerbo, ma che era in grado di attrarre e sedurre chiunque restasse a
fissare quella carnagione fresca, dello stesso colore del latte, pura e mai profanata.
Sapeva che per quel ragazzo, da pochi mesi maggiorenne, era la prima volta da solo
con un uomo ricevendo quel genere di attenzioni, tuttavia
si era presentato come il più navigato e sicuro dei ragazzi da compagnia, come aveva
sentito soprannominarli nell’ambiente.
«Prosegui…» gli ordinò l’uomo passandosi le mani tra i capelli castani, aspettando che
le mani del ragazzo si animassero e si muovessero di nuovo, raggiungendo la zip dei
jeans.
Slacciò l’unico bottone e lasciò che l’indumento scendesse da solo, lentamente, fino ai
suoi piedi, rimanendo immobile per diversi attimi che a Gregory parvero interminabili,
assorto com’era nel rimirare quelle gambe snelle e prive di muscoli ma al contempo
armoniose e degne di essere avvolte in un lungo e appassionato massaggio.
Attese che il ragazzo le alzasse di poco, oltrepassando gli abiti rimasti sul tappeto, e
quando lo vide avvicinarsi alzò la mano, intimandogli di rimanere dov’era.
«Voltati…»
«Sei uno di quelli a cui piace solo guardare?» sussurrò il ragazzo ubbidendo alla
richiesta.
«Ora unisci le tue mani, portandole dietro la nuca» si sentì ordinare.
«Come desideri» replicò Hibiki.
I Sentieri di Hibiki
“Perdonami per ciò che sono…”
Data Pubblicazione: 13 Maggio 2017
Serie: Hibiki (#2)
Casa Editrice: FDbook collana "Auto da fe"
Genere: Narrativa
Prezzo: €3.99 (ebook) - €13.92 (cartaceo)
Pagine: 218
Dove comprarlo: Amazon
Hibiki e Chris sono finalmente felici e insieme.
Il ragazzo che ha rubato il cuore del brillante avvocato
londinese tuttavia non riesce a stare lontano dai guai…
Un passato scomodo, una proposta indecente, una
minaccia che si affaccia all’orizzonte: come potrà Hibiki
salvare tutti coloro che ama senza distruggere il suo
stesso cuore?
In una Londra cupa e bellissima sono pronti a
combattere contro tutto per salvare i loro cuori dalla
furia del mondo, ma potranno vincere contro tutto ciò
che si abbatterà su di loro?
Estratto
Hibiki avrebbe di certo desiderato andarsene da quella stanza e mollare seduta stante
quell’individuo, ma sapeva di non poterlo fare. Nonostante provasse per lui sentimenti
tutt’altro che benevoli non poteva dimenticarsi che era pur sempre il fratello di Chris ed egli si
aspettava che lo trattasse nel migliore dei modi.
«E così tu hai iniziato a lavorare da mio fratello come fattorino… e continui a farlo,
nonostante tutto» commentò Keegan camminando lentamente davanti a lui, sorseggiando con
lentezza esasperante l’ennesimo bicchiere di brandy.
«Nonostante tutto?»
«Sì, ora che sei il suo fidanzato immagino che tu…»
«Frena! – esclamò il ragazzo alzando le mani verso di lui – Io lavoro qui e mi guadagno ciò
che serve a me e a Owen…»
«Owen? Ah sì, tuo fratello minore. Però vivi con lui!»
Hibiki si rendeva conto che la sua pazienza era prossima a esaurirsi; tuttavia stavolta anche
Chris aveva contribuito ad accrescere la sua esasperazione. Che motivo aveva di raccontare
tutto per filo e per segno a suo fratello?
«È lui che mi ha invitato e… non sono affari tuoi!»
«Dato che parliamo di mio fratello il minimo che possa fare è saperne di più su chi si porta
in casa – replicò Keegan avvicinandosi – In ogni caso ho sempre riconosciuto che avesse
buongusto e, almeno in superficie, sembra che non l’abbia perso»
Quel giudizio, il primo che sembrava non nascondere velati doppi sensi, venne accolto da
Hibiki con qualche passo indietro soffocando l’istinto di mollare un cazzotto a quello
sfrontato.
«Dovresti imparare ben altro da lui!» si lasciò sfuggire.
«Davvero?» rise l’altro sedendosi sulla poltrona di Chris. Posò i piedi sul bordo del tavolo
giocherellando con il bicchiere che ondeggiava tra le sue mani. «Immagino che ora mi farai un
nutrito elenco di ciò che dovrei apprendere da lui come la pazienza, la pacatezza, il suo modo
di corteggiarti…»
«Sarebbe tempo perso. Io scelgo con estrema cura chi tenermi accanto».
«Ed anche chi tenerti sopra, presumo» sussurrò Keegan.
Una scintilla saettò all’improvviso nella mente del ragazzo illuminando qualcosa che fino a
ora gli era sfuggito e che si palesò sul proprio volto, mostrandosi in tutta la sua prepotente
sicurezza.
Si abbassò posando le mani sul lucido piano della scrivania, allungandosi verso il suo
interlocutore.
«Tu sei semplicemente geloso, non è vero? Anche se non so cosa fai per vivere ho il
sospetto che, professionalmente parlando, Chris ti batta abbondantemente; per non parlare
dei suoi modi da vero gentleman e ora… – sussurrò con un sorriso accattivante – hai scoperto
che anche negli affetti lui ti superato»
«Arriveremo a destinazione con un lieve ritardo, dopotutto” aveva osservato il tenente
fissando anch’egli la gente operosa sotto di loro.
Madras
«Lawrence… io e te siamo la prova vivente che siamo
più forti di ciò che ci circonda… che possiamo vincere
tutti i pregiudizi, se restiamo l’uno accanto
all’altro…»
Data Pubblicazione: 15 Novembre 2016
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa/Storico
Prezzo: €2.99 (ebook) - €12.57 (cartaceo)
Jasper Lytton è il nipote del governatore della regione di Madras, una delle perle più
preziose e redditizie dell’Impero britannico, una terra lontana, meta finale del lungo
viaggio che egli ha intrapreso.
Lawrence è uno schiavo che grazie al volere del giovane inglese sarà di nuovo libero
dopo essere stato la merce in un’asta molto particolare. Ma a che prezzo il giovane
indiano baratterà la sua libertà?
Da quel momento tutto cambierà per entrambi: l’amore li condurrà verso quello che
oltre a essere un viaggio tra la maestosità del mare e l’esotica e incredibile natura di
quelle terre, lo è anche tra l’incredibile grandezza del cuore umano, trascinandoli in
balia di infinite emozioni e pericoli.
Estratto
La HMS Pelican aveva gettato le ancore nel piccolo porto di Nagercoil da poche ore. Il caldo
sole, attenuato dalla brezza marina, illuminava il lucente scafo nero dell’incrociatore dal cui
unico fumaiolo, dipinto dello stesso colore, si scorgeva ancora un debole filamento di fumo.
Appariva agli occhi di coloro che lo osservavano come un moderno vulcano che attendeva, in
silenzio, nella rada di quella cittadina.
Un giovane si affacciò con circospezione al parapetto posando le mani sul freddo ferro. Fissò
la banchina affollata di uomini che si muovevano disordinati come uno sciame di insetti,
mostrando una molteplicità di atteggiamenti verso la grande nave che era a poca distanza dal
loro mondo. Alcuni di essi proseguivano con ostentata indifferenza trasportando sulle spalle
ogni genere di mercanzia, mentre altri lanciavano fugaci sguardi prima di ritrarsi, perché
timorosi di mostrarsi troppo curiosi nell’indugiare sul bastimento dalla cui poppa sventolava
il vessillo inglese.
Il ragazzo che indossava una camicia blu si coprì la fronte con la mano per riparare gli occhi
cerulei dai raggi del sole, e poter continuare a osservare quel mondo così diverso da quello in
cui aveva vissuto fino ad allora. Ormai si trovava a oltre quattromila miglia dalla sua casa, la
sua adorata Londra.
Aveva implorato per mesi suo padre e sua madre di permettergli di far visita a suo zio che
governava la regione di Madras, e alla fine, dopo infinite discussioni, era riuscito a spuntarla
grazie alla sua caparbietà.
Era riuscito a partire subito dopo il termine delle lezioni primaverili all’Eton College, e ora
aveva davanti a sé più di due mesi per visitare i luoghi che un lontano parente aveva spesso
descritto nelle sue lunghe e dettagliate lettere, molte volte accompagnate da qualche
fotografia che lo ritraeva in ambienti incredibilmente incantevoli.
Furono quelle righe, quelle immagini, a rapire per sempre il suo cuore di diciottenne ormai
pronto a varcare la soglia dell’età in cui sarebbe stato considerato un uomo. Voleva che quel
passaggio coincidesse con quel meraviglioso viaggio atteso da mesi.
«Lord Lytton, credevo stesse ancora riposando» esordì un ufficiale avvicinandosi.
Egli si voltò verso quella voce imperiosa osservando con una punta di invidia l’uniforme
dell’uomo, impeccabile come sempre. Il tenente dei fucilieri di Sua Maestà appariva in tutta la
sua marziale figura: la divisa di un rosso sgargiante, la lunga fila di bottoni dorati che ornava il
petto fiero, la spada d’ordinanza con l’elsa raffigurante le insegne della corona. Un degno
alfiere dell’impero vittoriano.
In confronto a lui la figura esile di Jasper appariva simile a un moderno Davide contro Golia.
Era davvero un bene che quell’uomo, seppur spavaldo, avesse mostrato da subito una certa
simpatia per lui, nonostante al suo esordio egli lo avesse apostrofato con un commento che lo
aveva mandato su tutte le furie.
La Pelican era infatti in navigazione solo da poche ore quando il passeggero salito a bordo
all’ultimo scalo aveva deciso di godersi il panorama al tramonto. Una volta uscito dalla cabina
si era incamminato lungo il ponte salutando alcuni marinai intenti a sistemare delle gomene.
Era alquanto insolito che un bastimento da guerra ospitasse dei civili, ma il comandante, un
caro amico del governatore di Madras, aveva acconsentito a prendere a bordo il nipote giunto
dall’Inghilterra.
Il ragazzo aveva raggiunto la prua della nave respirando la fresca brezza marina e
contemplando l’immensa, placida distesa che si allargava davanti ai suoi occhi.
Aveva sollevato di poco lo sguardo per osservare una coppia di gabbiani che volava
intrecciando un balletto sinuoso, sfidandosi continuamente a chi saliva più in alto nel cielo.
«Ragazzo, dove sono i tuoi genitori?» aveva chiesto una voce alle sue spalle.
Il diciottenne si era voltato trovandosi davanti a un ufficiale che lo stava guardando con
evidente preoccupazione.
«Come ha detto, scusi?» aveva chiesto visibilmente seccato.
«È pericoloso per un ragazzino girovagare da solo sul ponte… questa in fondo è una nave da
guerra della regia marina britannica» aveva precisato quello accendendo una pipa di radica.
«Con tutto il rispetto, signore, io ho diciotto anni!» aveva replicato stizzito avvicinandosi.
L’ufficiale si era chinato per fissarlo con attenzione.
Ora che poteva scorgerlo meglio non poteva non rimanere affascinato dai lineamenti delicati
e aggraziati del suo giovane interlocutore. La luce del crepuscolo donava alla sua carnagione
nivea un calore che contrastava con i suoi occhi tersi, e con i capelli biondo cenere.
«Dici davvero?» aveva insistito l’ufficiale.
«Non credo sia appropriato che un soldato dubiti della parola di un nobile» aveva precisato
l’altro incrociando le braccia sul petto assumendo un fare sostenuto.
«Addirittura un nobile! Quindi ho preso ben due abbagli…» - rise inchinandosi e togliendosi il
copricapo - «Tenente Hardy Scott…»
«Molto lieto. Io mi chiamo Jasper Lytton.»
«Il nipote di Lord Lytton? Il Governatore di Madras?» aveva chiesto sorpreso il giovane
ufficiale dai capelli castani.
«Esattamente. Lei lo conosce?»
«No, ma sono diretto proprio nella regione che è sotto la sua amministrazione.»
«Arriveremo a destinazione con un lieve ritardo, dopotutto” aveva osservato il tenente
fissando anch’egli la gente operosa sotto di loro.
La Teoria del Pettirosso
“Il vero amore non implica la perfezione, anzi fiorisce sulle imperfezioni”
- John Gray -
Data Pubblicazione: 22 Agosto 2016
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa
Prezzo: €11.90 (cartaceo)
Pagine: 154
Dove comprarlo: Amazon
Ross è il direttore del Byron, un grande biblioteca che dirige e vive con amore e passione. Le sue giornate scorrono tranquille almeno sino a quando Nathan, un giovane senzatetto dall’oscuro passato, non viene sorpreso rubare all’interno del locale e quindi condotto da lui per l’increscioso evento. Dal momento in cui Ross conosce Nathan, però, ne rimane come folgorato e secondo la teoria del pettirosso, sente quasi il bisogno di aiutarlo e prendersi cura di lui sin dal primo istante.
I due, così diversi e sempre più vicini, attraverso situazioni di pericolo e d’amore, si troveranno a prendersi cura delle loro vite e differenze, mentre un segreto terribile incombe sulla vita del giovane ragazzo.
Ross non si scoraggerà mai e lotterà per lui con tutte le sue forze, ma potrà l’amore salvare dai pregiudizi e dal passato, regalando infine un nuovo inizio?
Estratto
CAPITOLO PRIMO
Benvenuti al Byron
Ross percorse il lungo corridoio che conduceva all’atrio principale della biblioteca con le parole ansiose di Margaret che gli risuonavano nella mente come un disco inceppato.
«Per favore, puoi scendere subito? Abbiamo un problema», gli aveva detto al telefono.
Sapeva che quella donna era in gamba. Era attenta e scrupolosa, ma talvolta, nelle situazioni che si allontanavano dalla stretta quotidianità, si lasciava prendere dal panico. Forse, con il senno di poi, l’averla trasferita alla reception non era stata una grande idea, ma, in fondo, credeva che le facesse bene stare in mezzo alla gente.
Dopo la morte del marito, c’erano volute settimane per riuscire a convincerla a uscire di casa e altrettante per trasferirla dall’ufficio dell’amministrazione al suo nuovo incarico. Credeva che per lei quella sarebbe stata la scelta migliore e che avrebbe in tal modo avuto la possibilità di stare in mezzo alla gente e trascorrere le giornate all’insegna di una maggiore vivacità, anziché restarsene chiusa in un ufficio da sola.
Ross giunse davanti al banco dove Margaret lo attendeva, in piedi, quasi sull’attenti. I grandi occhi castani della donna erano seri e un po’ atterriti.
«Eccomi qui. Che cosa abbiamo di tanto grave?»
Con discrezione gli fece cenno di seguirla, percorrendo il bancone.
«In mediateca Luke ha bloccato un taccheggiatore. Ora ci sta aspettando nella sezione di musica antica.»
«Un taccheggiatore? Un ladro, vuoi dire…»
Margaret annuì dopo essersi sincerata che nessuno potesse vederla.
Ross raggiunse la mediateca che si trovava al piano terra, adiacente alla sala d’ingresso, scortato dalla donna.
Che strano che qualcuno rubi qui al Byron. Tendenzialmente gli utenti si dividono in due categorie: i topi da biblioteca e chi non ha un altro posto dove andare. Per i primi quello che c’è qui dentro è un patrimonio inviolabile, per i secondi arredamento di un luogo dove trovare rifugio
Entrando nella sala Ross fu abbagliato dalla tonalità intensa delle pareti. Si era ripromesso di far coprire quell’assurdo colore aragosta con uno più chiaro e meno opprimente, ma ogni volta si scontrava con l’architetto che aveva progettato la struttura. A lui quella tinta piaceva. Improvvisamente, esaltata dallo sfondo, si trovò davanti l’imponente figura di Luke dietro alla quale si nascondeva il presunto ladro.
Quando vide il direttore, Luke si scansò e chiese alla donna di chiudere la porta.
«Che cosa è successo?», domandò Ross.
«L’ho sorpreso mentre cercava di rubare uno dei nostri cd», sentenziò il collaboratore, fissando il colpevole.
Luke era un funzionario molto disponibile con il pubblico. Amava profondamente il suo lavoro e dedicava cure quasi maniacali alla sezione di mediateca, spesso sforando il budget annuale. Tra i suoi difetti più fastidiosi c’era però un’eccessiva sicurezza in se stesso, che talvolta lo portava ad assumere atteggiamenti presuntuosi. Avere una buona dose di autostima era quanto mai importante, ma non se ciò rasentava la cieca e incondizionata fiducia nelle sole proprie capacità e nel proprio intuito, ignorando ogni possibile alternativa. Forse proprio per questo era il solo responsabile della sezione; difficilmente Ross avrebbe potuto affiancargli qualcuno abbastanza paziente da sopportarlo.
Quando finalmente Luke si spostò, Ross si accorse che l’uomo fermato era un ragazzo che poteva avere a malapena diciotto anni; seduto su una delle poltrone dedicate all’ascolto della musica, il giovane se ne stava immobile fissando il pavimento.
Ross si presentò: «Sono Ross Stuard, il direttore del Byron.»
Il ragazzo sollevò lo sguardo, rimanendo nel più assoluto silenzio.
«Il mio collaboratore le ha lanciato un’accusa molto grave. Vuole cortesemente dirmi come sono andate le cose?»
Il ragazzo si alzò, lanciandogli uno sguardo alquanto contrariato. “È qui per ascoltare la mia versione o, semplicemente, per giustificare un patetico e grossolano errore?”
«Io sono qui per ascoltarla, signor…»
«Nathan», rispose semplicemente.
«Bene, signor Nathan. Vuole dirmi perché Luke l’accusa di furto?»
«Mi guardi. È molto semplice lanciarmi un’accusa simile», ribatté quello allargando le braccia. Nathan indossava una giacca logora, dei jeans strappati e delle scarpe da tennis oramai consumate, eppure, nonostante l’abbigliamento, appariva pulito e in ordine. Forse era per questo che Ross non aveva subito fatto caso agli abiti dismessi del ragazzo.
«Ti ho visto chiaramente nascondere un cd nella tasca del giaccone dopo averlo sottratto dall’espositore», s’intromise Luke, avvicinandosi ai due.
«Si riferisce a questo?», affermò il ragazzo mostrando la custodia di un compact disk.
L’uomo glielo strappò di mano raggiante. «Avete visto, avevo ragione!» Ross lo osservò con attenzione e poi si rivolse al collaboratore facendogli candidamente notare che quella custodia non apparteneva a nessuna delle loro collezioni: «Non ha neppure la targhetta di riconoscimento.»
Luke era visibilmente perplesso. “Non è possibile. Deve averlo scambiato. Io l’ho visto prenderlo.”
«È vero», ammise il ragazzo, «l’ho guardato solo per confrontarlo con il mio. Avete una versione di Brahms di quartetti per pianoforte e archi in sol minore che non avevo mai sentito. Ma osservandolo meglio ho pensato che non sarebbe stato molto diverso dall’esecuzione che avevo già ascoltato.»
Sulle Rive dei nostri Pensieri
Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per
sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre
- Abraham Lincoln -
Data Pubblicazione: Settembre 2017
Casa Editrice: Autopubblicato
Genere: Narrativa
Pagine: 228
Dove comprarlo: coming soon!
Dove comprarlo: coming soon!
Lee Newman, astro nascente del partito repubblicano,
durante il suo viaggio a bordo dell’American Queen, ritrova il
desiderio di tornare ad amare dopo aver incontrato Nicholas
un giovane dipendente di bordo. Ma con esso è costretto ad
affrontare gli intrighi che la vita, la società e il destino gli
pongono come ostacoli ad un amore che vorrebbe nascere ma
che forse è destinato a morire.
Nicholas è davvero chi dice di essere?
Quanto può essere profondo un viaggio dentro e fuori al
proprio cuore?
Cosa ha permesso loro di incontrarsi su quel lussuoso battello
che scivola sulle acque calme e brillanti del fiume più grande
d’America, per ritrovarsi a lottare per loro stessi e quello che
di loro sarà?
Perché Lee e Nicholas sono destinati a conoscersi,
conquistarsi e appassionarsi per poi perdersi per sempre?
Quanto possono essere pericolosi i segreti, il nostro passato e
quello che siamo agli occhi del mondo?
Un romance intenso, avventuroso e originale, che vi condurrà
lungo il viaggio più emozionante della vita, alla scoperta del
vero amore.
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