venerdì 4 maggio 2018

Recensione "Tutto il buio dei miei giorni" di Silvia Ciompi


Con immenso piacere oggi vi lascio il mio pensiero sulla lettura di Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi, un romanzo che ritengo imperdibile.
Andiamo insieme a scoprire cosa mi ha trasmesso...

Titolo: Tutto il buio dei miei giorni
Autore: Silvia Ciompi
Data Pubblicazione: 10 Aprile 2018
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Genere: Romance
Prezzo: 9.99 (ebook) - €14.90 (cartaceo)
Pagine: 325
Dove comprarlo: Amazon

Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.

Cosa ne penso...

Trovare le parole giuste per descrivere la bellezza di questo romanzo non è semplice. Il rischio è quello di sminuire la sua profondità, ma io ci provo e spero di riuscire a comunicarvi almeno una parte delle numerose emozioni che mi ha trasmesso. Se così non fosse o se ve ne arrivasse anche solo una minima parte, provate per credere. Fidatevi di me.
L'intensità di Tutto il buio dei miei giorni è spiazzante. Si tratta di una storia estremamente reale e l'autrice esprime questa realtà con parole vere, vive, crude, che non risparmiano nulla, ti spaccano il cuore in mille pezzi, strisciano sopra e sotto pelle e si infilano nel profondo strappandoti l'anima.
Quella di Camille e Teschio è una storia d'amore, certo, ma anche di odio. Il confine tra i due sentimenti è quasi nullo. Un amore-odio totalizzante, passionale, devastante, che va oltre tutto e ti sbriciola le ossa senza saper più dire dove finisci tu e inizia lui.
Lo amo perché un po' mi salva e un po' mi uccide ogni giorno. Uccide la vecchia me, quella piccola e imbarazzata, quella ingenua e timida, quella che lui ha cancellato con le sue battute stupide, il suo sarcasmo. Lo amo perché invece di compatirmi lui mi ha pizzicato il braccio, ha strappato via i cerotti dalle ferite. (...) Lo amo sotto la pelle, dentro le ossa. Lo ama la parte rotta di me, lo ama la bambina, lo ama la donna. Camille
Non me ne sono pentito. Non ci si può pentire di qualcosa di inevitabile e questo era inevitabile. Lei mi è entrata dentro, si è fatta strada nel mio sangue come una malattia, una di quelle brutte che non se ne vanno nemmeno se le combatti. Mi è entrata dentro e non la posso più togliere. E non me ne sono pentito nemmeno un po'. Teschio
Il libro è costruito sull'alternanza del punto di vista dei due protagonisti a partire da un tempo zero, rappresentato dal tragico evento che cambia definitivamente le vite di Camille e Teschio. L'incidente in cui rimangono coinvolti dà inizio a una nuova vita, più o meno brutta a seconda della prospettiva, per entrambi. 
Viene affrontata una tematica dura, ma la delicatezza si contrappone alla franchezza. Da un lato ci sono coloro che trattano Camille come se fosse fatta di cristallo, ma dall'altro c'è qualcuno che con la sua schiettezza la riporta in vita. Teschio le strappa il cerotto dalla ferita senza tante cerimonie, rimettendola al suo posto, spronandola ad accettare la sua nuova condizione e andare avanti.
Una storia struggente di autodistruzione e rinascita dove non mancano i colpi di scena e i momenti emozionanti sono incalcolabili.
Grazie a questo romanzo ho anche avuto modo di conoscere un mondo a me sconosciuto, quello dello stadio, quello della curva, quello degli ultras. Non posso dire di capirlo fino in fondo, tuttavia, per la durata del libro, ho vissuto questa nuova realtà e ho provato un forte senso di appartenenza.
La lettura di questo libro fa male, non lo nego, ma vale la pena soffrire perché alla fine potrete dire di aver letto un signor libro e non lo dimenticherete tanto facilmente.
Ora non mi resta che aspettare con trepidazione l'uscita del romanzo dedicato a Bolo!

La perfezione

Caldo

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