lunedì 13 maggio 2019

1^ Tappa Blogtour "Come anima mai" di Rossana Soldano: Citazioni dal romanzo


Apriamo la settimana inaugurando il Blogtour dedicato al romanzo Come anima mai di Rossana Soldano.
Si tratta di uno storico male to male che uscirà il 16 Maggio per Hope Edizioni sia in versione digitale che cartacea.
M/M e Dintorni vi propone oggi alcune bellissime citazioni estrapolate dal romanzo. Godetevi questa super anteprima e fatemi sapere cosa ne pensate!

Titolo: Come anima mai
Autore: Rossana Soldano
Data pubblicazione: 16 Maggio 2019
Casa Editrice: Hope Edizioni 
Genere: M/M (Storico)
Prezzo: €4.99 (ebook) - €17.50 (cartaceo)
Pagine: 684
Dove comprarlo: Amazon

Inghilterra, 1936. 
Lewis Ellsworth, figlio del Duca di Buccleuch, è attento a tenere i suoi incontri sessuali lontano dagli ambienti aristocratici. All’inizio del suo secondo anno a Cambridge, però, scopre che il ragazzo con cui si è intrattenuto in un pub è uno studente del suo stesso college. Intelligente, affascinante ed eccentrico, William Chase entra nella sua vita come un tornado, scuotendo certezze e intenzioni. 
Due studenti privilegiati, colti e raffinati, ubriachi di arte e letteratura, ebbri di emozioni e ambizioni. Ma in una società in cui persino al Re non è permesso scegliere di chi innamorarsi, Lewis e William vivono un amore diverso, vietato e voluto, doloroso e intenso, nascosto agli occhi del mondo. 
Una storia fatta di coraggio, segreti, passione e contrasti, di crescita e conflitto, alla ricerca di una Wonderland nascosta dietro specchi di ipocrisia. Due vite che si incrociano e si salvano, due anime destinate a perdersi e a rincorrersi sullo sfondo dell’Europa del secolo scorso, un’Europa controversa e stuprata dalla guerra, in cui l’amore crea più scandalo dell’odio, in cui credere alle favole sembra quasi impossibile, ma è l’unica via d’uscita. 
Perché forse Wonderland, non è un dove ma un quando.



Citazioni dal romanzo 

Prima citazione 

Era tutto confuso. Foto sfocate e buie. Pennellate convulse di un qualcosa che la mia mente mi negava, perché annebbiata da altro. Il rumore dei passi sulle scale. La sensazione della sua mano poggiata sulla mia schiena e la mia gamba intorno al suo fianco. La porta lasciata aperta, perché entrassi dopo di lui. La forza con cui mi aveva afferrato e trascinato sul materasso. I colori ambigui dell’imbrunire che rigavano le imposte chiuse. Avevo sentito il rumore della mia voce in gemiti che si rincorrevano. Il mio Schiele sopra la testata del letto come una Madonna blasfema. I vestiti sfilati con prepotenza, il solletico dei suoi capelli sulla pelle. Il suo corpo incastrato addosso a me, le sue labbra e i suoi denti a segnarmi il fianco; la sua mano sotto la mia schiena, inarcata di piacere; l’altra, avida, dentro di me, e la mia gamba abbandonata sulla sua spalla. L’odore di vernice fresca. La mia bramosia lasciata sul suo collo, i morsi sul mento. Le spalle larghe, i muscoli contratti dallo sforzo, dal piacere. La sua mano che non aveva lasciato l’incavo tra le mie natiche e l’altra nella mia. Lui dentro di me con furia, urgenza, desiderio, a mettere a tacere mille domande. Dove siamo? Quando sei tornato? Come sapevi dove fossi? E un’unica risposta, ansimata, necessaria: «Dopo.» 


*** 

Seconda citazione 

Vivevo la mia vita, combattevo la mia guerra, mi aggrappavo a convinzioni senza certezze, mi raccontavo storie e, quando potevo, tornavo a Baker Street e mi stringevo ancora alle sue lenzuola. E piangevo. In ogni modo possibile piangevo la vita che mi ero illuso di poter vivere, perché inconsciamente non avevo rinunciato a volerla vivere. Perfino quando mi raccontavo che rischiavo la mia vita senza avere paura, mentivo: la verità era che lottavo perché speravo di meritarmi un mondo in cui l’amore che provavo non fosse un’offesa all’umanità. Uccidevo sperando di vivere. Odiavo per meritare di amare. 


*** 

Terza citazione 

Lui abbassò lo sguardo e fui incerto se la mia stessa ammissione avesse ferito più lui o me; per poi rendermi conto, in un secondo momento, che feriva entrambi, perché io e lui eravamo uguali. Eravamo ragazzi ricchi che cercavano compagnia nei bassifondi, ma eravamo anche i ragazzi dei bassifondi di cui cercavamo la compagnia. Non era una questione di ceto sociale, era solo il pendolo del destino; quella notte al pub non avrebbe mai smesso di appartenerci e di raccontarci. E come o cosa saremmo stati noi, se quel pendolo non fosse stato d’oro? Senza soldi, senza posizione, senza futuro e senza la cultura e il sarcasmo? Spogliati dai frac, dalle scalinate di marmo, dalle biblioteche, dai merletti e dalle sale da tè. Due anime perse nella stessa bugia, senza drappi di seta per nasconderci dal mondo. Eravamo lì, muti e inermi nelle nostre coscienze. 


*** 

Quarta citazione 

Lui a questo punto era praticamente ovunque, con le mani e con la bocca. 
«Lewis, guardami.» 
«Non ci penso proprio.» 
«Lewis, guardami, dai.» 
«No.» 
«Cosa stai guardando?» 
«Sto fissando un volume di Sant’Agostino e sto valutando che il concetto di Confessioni probabilmente è legato a momenti mistici come questo e soprattutto sto pensando che no, Will, non importa chi credi di essere, non sarai mai Narciso, sei assolutamente Boccadoro.» Dicevo tutto questo ansimando, avvinghiato ai braccioli della poltrona. Stavo svenendo per un pompino... che fine miserevole per il conte di Dalkeith! 
«Lewis, stai straparlando. Guardami.» E, invece, lui era calmissimo. 
«Se ti guardo, giuro, vengo.» 
«È questo l’obiettivo, Louis.» 
«E allora devi spostarti.» 
(…) 
«Lewis.» 
«Dimmi, William.» 
«Penso di essere venuto sulla Austen.» 
 «Non credo di aver capito.» 
«Sono venuto su Persuasione, dopo che ti sei spostato.» 
«E ora ti senti in colpa?» 
«Un po’.» 
«Be’, non devi. Non le è mai successo, lei avrebbe apprezzato.» 
«Lewis.» 
«Dimmi, William.» 
«Sei una persona orribile.» 
«Lo dici per la battuta sulla Austen?» 
«Anche, ma avevi dato già il meglio di te con Sant’Agostino.» 
«Perché forse ti è sfuggita quella su Narciso e Boccadoro.» 
«No, l’ho sentita, ma quella sulle Confessioni era peggiore.» 
«Sì, fra vent’anni il mio ritratto in soffitta me lo farà pesare.» 
Restammo in silenzio per alcuni istanti, assaporando i nostri respiri. 
«Will...» 
«Dimmi, Lewis.» 
«Pensi che prima o poi mi bacerai?» 
Allora si girò a guardarmi. «Non lo so, tu che dici?»



Non dimenticate di seguire anche le tappe delle mie colleghe!


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